Chiesa di Archi
Chiesa di Archi - S. Maria Immacolata e della Catena
La Crocifissione proposta in questa Chiesa ai credenti, e non, commenta il Prof. G. Anania, capolavoro artistico di dieci metri di lunghezza per cinque metri circa di altezza – è germinata dall’intenso travaglio interiore del pittore Lorenzo Chinnici nel momento del suo atto creativo e del suo pensiero rivolto al sublime sacrificio di Cristo, fattosi uomo nell’angusto seno della Vergine Maria, per redimere l’umanità dal peccato.
Lorenzo Chinnici, nell’atto della sua creazione accende il suo fuoco e coglie il significato oggettivo di nuovi contenuti, di nuove forme di una pittura sgorgata dal profondo del suo animo di autentico credente. Egli traduce in colori e forme il suo concetto sulla Crocefissione, facendone partecipe l’occhio del fruitore con intimo stupore, con palpitante riflessione. La sacra rappresentazione di Lorenzo Chinnici, scaturita da un profondo atto di Fede, viene consegnata alla fede di credenti con la speranza non solo di rafforzare sempre più la Fede di chi la possiede, ma anche di aprire, anzi spalancare, a Dio le porte del cuore degli agnostici, o indifferenti. La composizione pittorica dell’opera è divise in due zone ben distinte: a destra di chi guarda si nota la moltitudine accorsa sul Golgota, tra la quale spiccano il giovane Giovanni che volge lo sguardo verso la dolente Maria e l’anziano Giuseppe d’Arimatea con una espressione del tutto trasecolata. Sono personaggi dotati di notevole fascino spirituale! A sinistra sono raffigurati centurioni romani con vesti rosse, con sandali e calzari fino alle ginocchia, con scudi, lance ed elmi. Tutti possiedono un atteggiamento tra il minaccioso ed il perplesso. Pertanto, sono tutte figure che, una volta osservate, rimangono impresse nella mente dei fruitori. Al centro della narrazione biblica sta Cristo Crocifisso con il volto impietrito dal dolore, reso come marmo dall’intensa sofferenza fisica. Un volto dominante e intensamente magnetico! Degna di nota è Maria di Magdala la quale, con i lunghi capelli sciolti, abbraccia la base della Croce con un gesto di grande amore. Lorenzo Chinnici occupando un posto di tutto rispetto nel non facile panorama dell’arte contemporanea in virtù di un personale e incisivo linguaggio cromatico, nonché di una profonda conoscenza del disegno e della prospettiva, con la presente sacra rappresentazione lascia di sé, nel tempo, un impronta meritevole di non poca considerazione, seppure con diversità di giudizi.
Dipinta nel 2008, questa scena della Crocifissione occupa interamente la grande nicchia nella parete di fondo della Chiesa; al di sopra della rientranza la parete continua per una buona altezza così da permettere un coronamento con due possenti angeli. Entrando nell’edificio l’immagine giganteggia, racchiusa e contornata dall’ arco in mattoni, che comprende l’altare, simulando un’abside vera e propria. Questa Crocifissione brucia del calore della terra siciliana e dell’afflato religioso che la ispira, dominata dalla potenza cromatica del Maestro Chinnici, del quale è una caratteristica sempre riconoscibile, più ancora della firma. Le grandi figure occupano interamente l’ampia superficie (10 ml di larghezza per 4,5 ml di altezza). Il Cristo al centro sembra separare in due parti la scena: da una parte, a sinistra del Crocifisso, sono i soldati romani, centurioni dalle rosse vesti, calzari stretti ai polpacci, elmi, scudi e lance, che increduli guardano il Dio incarnato uomo che sta soffrendo sulla croce senza un lamento: un atto di eroismo che essi non possono comprendere, chiusi nell’ideologia pagana dove la distanza tra Dio e il fedele è invalicabile. A destra, nella scena si riconoscono: Giovanni, il cugino di Cristo, Giuseppe d’Arimatea, la Maddalena. Le pennellate creano, direttamente sul muro, i personaggi previsti dalla scena; il loro Autore, oltre alla spiritualità della fede che permea tutti i suoi soggetti religiosi, ha una visione veristica dell’umanità che non manca di pervadere anche le figure evangeliche. Nei volti di tutti i personaggi di questa Crocifissione Lorenzo Chinnici ha dipinto l’umanità della sua terra, il fascino, la bellezza e la fisicità selvaggia che sono degli uomini dell’isola che tante dominazioni e tanti mescolamenti etnici mostrano ancor oggi. Ma il Maestro in questi corpi ha voluto cercare la verità della vita umana, quella indicata dall’angelo ad Adamo ed Eva all’espulsione dal Paradiso terrestre: “Lavorerai con fatica, partorirai con dolore.” Emerge prepotente dalle figure che compongono questo dipinto, la forza o la debolezza delle membra di corpi che hanno conosciuto la durezza della quotidiana fatica del vivere. Le espressioni dei volti sono quelle dell’umanità che ci circonda vivendo; non ritratti “ideali” di santi, ma ritratti di uomini compresi e immortalati mentre, con dolore, percepiscono la grandezza del disegno divino che il Signore ha concepito per l’umanità, il sacrificio del figlio, per la nostra redenzione.